Cristiano Petrucci (Roma, 1974).
L’inizio del suo percorso artistico vede sviluppare una fase legata al pop concettuale, basata sulla semiotica dei volti, sulla comunicazione non verbale che caratterizza il mondo dei social network. Tutto questo è reso possibile dalla forma sferica di palline da ping pong, elemento geometrico di purezza che permette di raccontare il mondo contemporaneo.
Questo elemento modulare sarà presente in tutto il suo percorso artistico come unità di misura su cui opera la selezione naturale della forma. Se in una fase preliminare del lavoro di Petrucci si riscontra uno studio sulla comunicazione e sui linguaggi dei volti umani, l’inizio di una fase più matura è dominata da processi che scavano in profondità, che regolano lo svolgersi della vita nelle sue forme primordiali. Abbandona il figurativo, intraprendendo uno studio che ribalta la prospettiva dello sguardo, rivolto ora alla struttura interna delle cose. Approfondisce così l’architettura della materia organica, dove il linguaggio della vita si articola nel divenire circolare uomo-natura. Opera un processo di democratizzazione rispetto alla visione antropocentrica, abbandonandola a favore della vita organica nella sua visione più globale.